Cinema

Bellucci e Zingaretti conquistano Cannes con 'Sanguepazzo'

Bellucci e Zingaretti conquistano Cannes con 'Sanguepazzo'

Il fascino di Monica Bellucci ha incantato il red carpet del Festival di Cannes. Fasciata in un lungo abito nero trattenuto al seno da un coprispalle, la diva italiana, che in Francia gioca in casa, è stata la protagonista più glamour dell'inizio della settimana sulla croisette. L'attrice è a Cannes per la presentazione di "Sanguepazzo" di Marco Tullio Giordana, di scena come evento speciale fuori concorso. E' la prima volta che Monica Bellucci va a Cannes con un film italiano. Nella pellicola l'attrice e Luca Zingaretti fanno rivivere la vicenda di amore e morte, droga e passione tra i due maggior divi del cinema italiano del Ventennio, Luisa Ferida e Osvaldo Valenti. Prodotto da Angelo Barbagallo della Bibì e dalla francese Paradis in collaborazione con Rai Fiction, Rai Cinema e Canal +, il film sarà nelle sale da venerdì, distribuito dalla 01. In seguito Sanguepazzo sarà programmato in una versione più lunga in televisione. Pur prendendo spunto dalla vera storia dei due popolari attori Ferida e Valenti, la pellicola è una ricostruzione di fantasia che ruota intorno a un personaggio inventato, il nobile Golfiero, interpretato da Alessio Boni, regista appassionato, confinato dal Duce e poi capo partigiano, omosessuale e fraternamente innamorato della procace, bellissima Ferida, ricambiato da lei che però ama pazzamente lo smodato e drogato Valenti. Il film offre un doppio ritratto all'insegna del binonio genio e sregolatezza. Le due stelle finite nella polvere, accusate di aver fatto parte della famigerata banda di Pietro Koch che a Villa Trieste torturava partigiani o presunti tali dopo aver fatto lo stesso alla pensione Jaccarino a Roma, furono fucilati senza un vero processo dai partigiani nel '45 a Milano, cinque giorni dopo Piazzale Loreto. La Bellucci nel film si rivolge a Pietro Cock, il torturatore di Villa Trieste, per chiedergli della droga. Giordana: vedere il film in piena libertà. «Propongo di vedere il film come un'opera di fantasia, ho usato i materiali storici in piena libertà - afferma Giordana - Vengo da una famiglia di combattenti della Resistenza e non penso di tradire questo imprinting. Non come cittadino ma come artista sento di dovermi mettere ogni volta che racconto una storia dal punto di vista di ogni personaggio». Bellucci: un regalo interpretare la Ferida. «Ho pensato ai racconti di mia nonna - ha detto oggi la Bellucci - quel periodo mi ha sempre affascinato. Quando ho letto il copione mi è sembrato come di conoscerla. Il mio sforzo è stato di comprenderla umanamente. Interpretarla è stato un grande regalo, un ruolo eclettico, una donna protettiva e materna ma anche avventuriera e forte, sceglie di morire per amore mentre poteva forse sopravvivere, fragile fino all'autodistruzione». Il bacio saffico. Per dare la cocaina a Luisa Ferida, Pietro Cock chiede alla diva dei «telefoni bianchi» di «giocare un po' con Desy», la sua giovane amante. «Desy è un personaggio molto naif, una ragazzina che non si rende nemmeno conto della situazione in cui si trova e - spiega Lavinia Longhi, che nel film di Giordana interpreta Desy - nutre una vera passione per la Ferida. Così, quando ce l'ha lì, disponibile, non esita un attimo a realizzare il suo sogno». Prima ancora di baciarla, le lecca via dal naso, in una delle scene più conturbanti del film, un residuo di cocaina. «All'inizio l'idea di baciare un'icona come la Bellucci mi sembrava davvero strana, ma lei - racconta l'attrice di 25 anni, mora e carnosa come la più famosa collega di set - mi ha messa assolutamente a mio agio, non c'è stato nessun imbarazzo». Fonte: Il Messaggero